Protesi totale ginocchio

Protesi totale ginocchio

Se anche tu soffri di artrosi al ginocchio, sappi che purtroppo non sei l’unica persona ad avere questa patologia. Come puoi leggere nella pagina Testimonianze, sono tantissimi i pazienti con il tuo stesso problema. In più devi sapere che l’incidenza della gonartrosi nella popolazione aumenta con l’aumentare dell’età, con un picco tra i 70 e i 79 anni.

In questa pagina ti racconterò passo passo come intervengo in caso di protesi totale del ginocchio. Continua a leggere!

Quando ricorrere alla protesi totale del ginocchio

Se il ginocchio è gravemente danneggiato dalla gonartrosi in tutti i suoi comparti, può essere difficile semplicemente camminare o salire le scale e si avverte dolore continuo anche a riposo. In questi casi i trattamenti non chirurgici per l’artrosi del ginocchio non sono più efficaci e bisogna prendere in considerazione l’intervento di protesi totale. 

L’intervento di protesi totale del ginocchio è sicuro, elimina il dolore e corregge anche eventuali deformità della gamba. Dopo questo intervento, potrai riprendere la tua vita di sempre e le normali attività, riuscendo a riposare, ma soprattutto a migliorare il tuo benessere psicofisico in famiglia e sul lavoro.

Approccio mininvasivo

I vantaggi della protesi totale mininvasiva del ginocchio sono:

  • Minor danno dei tessuti molli;
  • Maggiore conservazione degli stessi (in particolare i legamenti crociati);
  • Più veloce recupero;
  • Minor dolore;
  • Più rapido ritorno alle normali attività quotidiane.

Descrizione dell’intervento chirurgico di protesi totale

Cercherò di usare un linguaggio semplice anche se la materia trattata richiede l’utilizzo di qualche termine specifico. Innanzitutto, forse non sai che la protesi del ginocchio consiste in un rivestimento completo dell’articolazione, che ricopre completamente la superficie articolare della tibia e del femore. A discrezione del chirurgo, si può rivestire anche la rotula.

Volendo semplificare la procedura d’impianto di una protesi del ginocchio, si possono individuare alcuni passaggi standard dell’intervento:

  • Preparazione delle superfici. In questa fase si asportano i residui di cartilagine, esponendo l’osso sub condrale in modo da avere una base di appoggio uniforme per la protesi.
  • Impianto delle componenti metalliche. Consiste nell’impiantare due componenti metalliche articolari, una per il femore e l’altra per la tibia, che costituiranno la nuova articolazione.
  • Impianto della rotula. Si può decidere o meno se impiantare anche la protesi della rotula, a seconda delle condizioni di quest’osso e della sintomatologia del paziente.
  • Posizionamento dell’inserto. Tra le due componenti metalliche, viene posizionato un inserto in polietilene (il polietilene è una plastica ad alto peso molecolare) per creare una superficie di scorrimento. L’inserto potrà essere fisso (in tal caso parleremo di protesi a piatto fisso) oppure mobile attorno a un perno centrale (in questo caso si parlerà di protesi a piatto rotante).

Caratteristiche della tecnica mininvasiva

Prima ancora dell’intervento chirurgico è prevista la fase di preparazione, il planning pre-operatorio, che prevede:

  • Studio radiografico specifico
  • Grazie all’ausilio di programmi computerizzati che analizzano le radiografie effettuate per lo studio del ginocchio, stabilisco perfettamente ciò che sarà necessario fare per un eccellente risultato

Accesso al ginocchio in caso di protesi totale

Mentre con la tecnica classica è prevista l’incisione longitudinale centrata sulla rotula di circa 20 cm e la sezione del tendine del quadricipite, con la tecnica mininvasiva viene effettuata una più piccola incisione in sede pararotulea mediale. Inoltre si provocano meno danni all’apparato estensore, poiché la rotula non è dislocata e la sacca sinoviale sovrarotulea rimane intatta. Invece di incidere il quadricipite, poi, si usa la tecnica “sub mini vastus”, cioè si evita di incidere sia il tendine che le fibre muscolari del quadricipite. Oppure si opta per la tecnica “mini-mid vastus”, cioè si divaricano delicatamente le fibre del vasto mediale.

A questo punto è importante che tu conosca un concetto ortopedico importante: gran parte del potere del ginocchio viene dai muscoli del quadricipite. Quando questo gruppo muscolare e tendineo è tagliato fuori, come avviene con la tecnica tradizionale, la riparazione e il recupero possono richiedere un ricovero ospedaliero lungo e una riabilitazione più lento e complesso.

Conservazione dei legamenti crociati

Con la tecnica mininvasiva che normalmente adotto, riesco a conservare spesso anche i legamenti crociati. I benefici? Vediamoli insieme:

  • Miglior recupero post-operatorio;
  • migliore cinematica e propriocezione del ginocchio (cioè una minore sensazione di avere “un corpo estraneo” nel ginocchio);
  • Movimento articolare più fisiologico, cioè più simile a un ginocchio normale.

Nessun drenaggio

In passato si posizionavano a fine intervento chirurgico 1 o 2 drenaggi per far fuoriuscire il sangue che si raccoglie nel ginocchio nell’immediato post operatorio.

Grazie ai nuovi protocolli farmacologici anti-sanguinamento adesso è possibile evitare l’utilizzo del drenaggio (che funge da comunicazione tra l’articolazione e l’esterno e quindi possibile tramite di batteri)

Tempi di riabilitazione più veloci e meno complicanze

Il follow-up dei pazienti operati con tecnica mininvasiva ha dimostrato anche un minor tasso di complicanze a distanza di tempo. La degenza ospedaliera tra i pazienti che hanno subìto questo intervento, infine, è mediamente più breve rispetto alle tecniche tradizionali.

Nessun laccio emostatico durante l’operazione

Poiché ci sarà una minore perdita di sangue. Questo significa che l’arto non andrà in ischemia per mancanza di sangue e non subirà il classico effetto infiammatorio con liberazione massiva di radicali liberi post-riperfusione che si verifica nei giorni successivi all’intervento.

Nessuna violazione (apertura)

del canale midollare osseo, né del femore né della tibia, come avviene con la tecnica tradizionale. Ciò influisce sulla durata dell’intervento, stimata tra i 45 e i 50 minuti, e sul recupero post operatorio, che sarà nettamente più rapido.

Allineamento cinematico

L’allineamento cinematico del ginocchio consiste nel posizionamento delle componenti seguendo l’anatomia del ginocchio e non in maniera ortogonale. Ciò rende il ginocchio rivestito da una protesi più fisiologica e con un movimento articolare sempre più simile al movimento anatomico di un ginocchio sano.

Utilizzo del robot

La Chirurgia Robotica è ormai di grande aiuto per molti specialisti, Ortopedici e non. Una frontiera della nuova Medicina che, per me, rappresenta un braccio destro di grande utilità, al mio servizio, un modo per migliorare l’efficacia dell’intervento.

Perché è importante conservare i legamenti crociati durante l’operazione di protesi totale

Fino a qualche anno fa, con la protesi totale mininvasiva, era possibile salvare solo il legamento crociato posteriore. Negli ultimi anni, però, c’è stata l’innovazione della nuova protesi totale in cui si conservano entrambi i legamenti crociati, con indubbi vantaggi per la propriocezione del ginocchio.

Con questo termine si intende la capacità del paziente di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli.

Le protesi totali al ginocchio prevedono solitamente il sacrificio dei legamenti crociati (sia anteriore, ma soprattutto posteriore) e ciò causa un’eccessiva mobilità anteriore della tibia rispetto al femore, soprattutto durante la flessione, definita “effetto paradosso”.

La gait analisys (cioè lo studio analitico del cammino) dei pazienti con protesi di ginocchio senza conservazione dei legamenti crociati ha dimostrato come questi avvertano, sia in fase di salita ma soprattutto in quella di discesa, una sensazione di lieve instabilità del ginocchio causata dall’assenza dei crociati. 

Mantenere nel corso dell’operazione i legamenti crociati (o almeno il legamento crociato posteriore), quindi, permette al ginocchio di riacquisire sensazioni simili a quelle di un ginocchio normale e rende l’impianto della protesi totale un intervento solo lievemente più invasivo di quello per la protesi bi-monocompartimentale.

La preparazione all’intervento di protesi totale

Una volta concordato l’intervento di protesi totale del ginocchio, effettuerai in clinica un pre-ricovero per eseguire tutti gli esami preparatori e valutare con l’anestesista ogni possibile criticità in vista dell’intervento. Il ricovero avviene solitamente il giorno prima dell’operazione.

Il giorno dell’intervento, poi, sarai preparato dal personale infermieristico. Se necessario il ginocchio sarà rasato, poi ti sarà fatto indossare un camice e ti verranno tolti tutti i gioielli e le eventuali protesi mobili. Potrai incontrare l’anestesista, se necessario, e al momento opportuno sarai accompagnato in sala operatoria.

La riabilitazione dopo l’intervento di protesi totale

Il recupero della funzionalità del ginocchio sarà progressivo nei giorni successivi. Sarai assistito dall’équipe di fisioterapisti che ti aiuteranno a riprendere la deambulazione e nel lavoro con il CPM (kinetec) per il progressivo recupero dell’articolarità.

Se seguirai il percorso di riabilitazione “fast track” sarai dimesso entro 4-5 giorni dall’operazione. Altrimenti al terzo giorno post-operatorio passerai nel reparto di riabilitazione dove proseguirai la fisioterapia, per poi tornare a casa entro 10-12 giorni.

Complicanze precoci

Come per tutti gli impianti protesici, è possibile che dopo l’operazione chirurgica si sviluppi un’infezione, sia sulla ferita che in profondità, cioè attorno alla protesi. Queste complicazioni, poi, possono verificarsi sia ospedale che a casa.

Le infezioni minori nella zona della ferita sono generalmente trattate con antibiotici. Invece le infezioni maggiori o profonde possono richiedere più interventi chirurgici e, nei casi più gravi, la rimozione della protesi.

È teoricamente possibile, durante l’intervento, la paralisi del nervo peroneo comune. Questa complicanza è più comune nella protesi totale del ginocchio di pazienti con grave valgo-flesso. Questa possibilità, tuttavia, è abbastanza rara.

La casistica riporta la possibile frattura del piatto tibiale o del condilo femorale, a causa dello stress applicato sul piatto tibiale e sul condilo femorale durante la cementazione. Queste evenienze, seppur possibili, sono rarissime.

Uno degli aspetti più difficoltosi dell’intervento è il bilanciamento legamentoso. Il ginocchio alla fine dell’intervento dovrà risultare stabile in varo-valgo e antero-posteriormente. Un difetto del bilanciamento può riscontrarsi in un ginocchio instabile con notevoli difficoltà nella deambulazione, o in presenza di difetti della flessione o della estensione.

Il decorso post-operatorio

Dopo l’intervento di protesi totale del ginocchio sarai tenuto in osservazione presso un’apposita stanza definita “recovery room”, in attesa che svanisca l’effetto dell’anestetico e dei farmaci sedativi.

Un infermiere valuterà costantemente i tuoi parametri vitali, e il medico della recovery room deciderà quando sarai pronto a tornare in camera.

Durata e complicazioni delle protesi al ginocchio

La percentuale di sopravvivenza della protesi totale del ginocchio è molto alta e raggiunge oltre il 90% a 20 anni di distanza dall’intervento. C’è da considerare, poi, che tale percentuale è in costante aumento grazie al miglioramento dei materiali usati e all’evoluzione della tecnica di impianto.

D’altro canto, il tasso di complicanze dopo l’impianto di una protesi totale è intorno all’1%. È bene sapere che le malattie croniche possono aumentare il rischio di complicanze. Anche se raro, queste complicazioni possono prolungare e/o limitare il pieno recupero.

Le complicanze in seguito a un intervento di protesi totale al ginocchio sono di due tipi: precoci e tardive.

Complicanze tardive

L’ipercorrezione o l’ipocorrezione dell’asse meccanico e il malposizionamento delle componenti del ginocchio possono causare delle complicanze tardive.

L’ipocorrezione o l’ipercorrezione comportano spesso dei dolori cronici nell’immediato. A distanza causeranno il fallimento precoce dell’impianto, con lo scollamento della protesi (mobilizzazione) e la necessità di un nuovo intervento chirurgico.

Un errato posizionamento delle componenti del ginocchio, invece, può causare la sublussazione della tibia sul femore o l’impigement della rotula sul componente femorale. Nei casi più gravi, poi, si avrà l’instabilità della rotula con episodi di lussazione o mobilizzazione (scollamento della protesi dall’osso) di una delle componenti protesiche.

Si può avvertire un po’ di intorpidimento della pelle intorno alla ferita e alcuni pazienti possono sentire qualche “clic” durante la flessione del ginocchio o durante la deambulazione, ma è del tutto normale. Queste piccole anomalie spesso diminuiscono con il tempo e la quasi totalità dei pazienti le tollera senza problemi.

Revisione della protesi di ginocchio

E se fosse necessaria una revisione della tua protesi, per esempio a causa di infezioni, scollamenti, mal posizionamenti o dolori cronici? In questi casi è fondamentale rivolgersi a un chirurgo con esperienza, poiché non è un intervento di facile esecuzione.

Queste protesi garantiscono una maggiore stabilità e vengono impiantate nei casi di usura importante dell’osso o in presenza di serie lesioni legamentose.

La chirurgia da revisione, in altre parole, non può prescindere da un’eccellente tecnica chirurgica.

Grazie a questa pagina ora sei in grado di comprendere i vantaggi della tecnica mininvasiva per l’impianto della protesi totale al ginocchio. Se vuoi saperne di più o vuoi fissare una visita con me, chiama il numero 345 11 50 832 oppure scrivi un’e-mail a drmichelemassaro@gmail.com

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