Protesi monocompartimentale

Protesi monocompartimentale

In questa pagina parleremo di protesi monocompartimentale: infatti, se ti è stato consigliato un intervento al ginocchio a causa della gonartrosi, è probabile che tu possa risolvere il tuo problema con una protesi al ginocchio monocompartimentale. Inoltre, nella pagina Testimonianze troverai molti racconti di pazienti che si sono sottoposti a questo tipo di intervento.

In cosa è diverso questo intervento da una operazione tradizionale? Le differenze sono 2: la minore invasività a carico dell’articolazione e i tempi di recupero ridotti.

La mia specializzazione riguarda proprio questo approccio chirurgico che ora ti mostrerò nel modo più chiaro possibile.

Perché è necessaria la protesi al ginocchio

L’artrosi è il logoramento precoce delle superfici articolari e porta seri danni alla cartilagine del ginocchio. Quando i trattamenti conservativi e le terapie non sono più sufficienti, abbiamo la possibilità di intervenire chirurgicamente con la sostituzione dell’articolazione. Attenzione, però, esistono 2 tipi di sostituzione: si parla infatti di protesi totale o parziale, a seconda dell’entità del danno articolare.

Per queste due soluzioni chirurgiche sono utilizzate altrettante tecniche che garantiscono alte percentuali di successo.

La sostituzione parziale del ginocchio è un trattamento chirurgico che interviene rivestendo solo la parte danneggiata del ginocchio, lasciando intatti i legamenti e gran parte della cartilagine dell’articolazione.

La protesi monocompartimentale del ginocchio è migliorata nei decenni grazie all’uso di materiali di qualità e agli enormi progressi della Medicina. Negli ultimi 15 anni, poi, il suo utilizzo ha registrato un deciso aumento. Oggi la protesi monocompartimentale del ginocchio può essere vista come una procedura sicura, altamente affidabile e in grado di garantire un recupero della funzionalità del ginocchio a lungo termine.

Cosa devi sapere prima di ricorrere alla protesi monocompartimentale di ginocchio

La degenerazione artrosica del ginocchio può verificarsi in qualsiasi dei tre comparti che compongono l’articolazione del ginocchio. Due dei tre compartimenti del ginocchio sono formati dalla parte inferiore del femore e da quella superiore della tibia. Il terzo compartimento del ginocchio (quello femoro-rotuleo), inoltre, è formato dalla rotula e dalla parte anteriore del femore chiamata troclea.

Il compartimento mediale è il punto del ginocchio più esposto all’artrosi. Più basse, invece, sono le percentuali di rischio di sviluppare gonartrosi a carico dei comparti laterale e femoro-rotuleo.

La selezione del paziente è importante in questo tipo di chirurgia, perché un’indicazione sbagliata porterà inevitabilmente a un risultato insoddisfacente.

La regola cardine per poter impiantare una protesi monocompartimentale è questa: l’artrosi deve essere limitata a uno solo dei tre compartimenti del ginocchio.

I legamenti crociati del ginocchio devono essere presenti e validi. L’assenza del crociato anteriore è una controindicazione, così come l’assenza del legamento crociato posteriore e la lesione meniscale di uno dei comparti non interessati dall’artrosi.

Nei soggetti giovani però (fino ai 60 anni d’età) un’eventuale lesione del legamento crociato anteriore non sarà una controindicazione assoluta, poiché si può effettuare una procedura combinata di protesi monocompartimentale con simultanea ricostruzione del legamento crociato anteriore.

L’operazione è consigliata anche per pazienti con osteonecrosi del condilo femorale.

Il malallineamento dell’arto dovrebbe essere correggibile passivamente. Questo è di solito possibile nei pazienti con un varismo inferiore a 20 gradi o con deformità in valgo minore di 20 gradi.

La deformità del ginocchio dovrebbe essere solo lieve: una contrattura in flessione dovrebbe essere inferiore a 15 gradi.

I vantaggi della protesi monocompartimentale di ginocchio

La protesi parziale del ginocchio offre molti vantaggi tra cui:

  • la conservazione dei legamenti crociati del ginocchio;
  • un’operazione minimamente invasiva;
  • una ridotta incisione della pelle;
  • una minor perdita ematica durante l’intervento;
  • un minor dolore post-operatorio;
  • un basso rischio di infezione;
  • una tolleranza immediata al carico e all’esercizio;
  • una maggiore mobilità;
  • dei tempi chirurgici minori rispetto agli interventi tradizionali;
  • la possibilità di ritornare a tecniche convenzionali (eventuale conversione in protesi totale nel caso, seppur remoto, di fallimento).

Impianto bi-monocompartimentale

In casi particolari è possibile anche impiantare contemporaneamente due protesi monocompartimentali nel ginocchio, per sostituire due dei tre compartimenti del ginocchio danneggiati dall’artrosi. In questo caso parleremo di protesi bi-monocompartimentale.

Controindicazioni

Esistono controindicazioni riguardo l’impianto di una protesi monocompartimentale del ginocchio? Ad alcune particolari categorie di pazienti sconsiglio di sottoporsi a questo tipo di intervento, come:

  • ai soggetti che soffrono di artrite reumatoide, poiché l’infiammazione artritica in genere danneggia l’intera articolazione;
  • a coloro che hanno più di 60 anni e riportano una lesione del legamento crociato (anteriore o posteriore);
  • ai pazienti con gravi deformità tibiali o femorali;
  • alle persone con contrattura del ginocchio in flessione maggiore di 15 gradi;
  • ai pazienti in cui si registra una deformità in varo superiore a 20 gradi;
  • a coloro che registrano un valgo maggiore di 20 gradi;
  • ai soggetti con flessione inferiore a 90 gradi.

La protesi monocompartimentale al ginocchio, infine, è sconsigliata nei soggetti giovani che svolgono attività fisica ad alto livello (agonistica), ai soggetti grandi obesi (body mass index superiore a 40) e a coloro che soffrono di condrocalcinosi e artropatia cristallina.

Possibilità di essere sottoposti a un intervento di protesi monocompartimentale

È bene essere chiari: non sempre è possibile impiantare una protesi monocompartimentale, ma molto spesso sì. Nel mio lavoro le protesi parziali corrispondono a circa il 70% degli interventi, mentre nel 30% impianto una protesi totale. Quindi se ti stai chiedendo se la protesi monocompartimentale fa il caso tuo, sappi che rivolgendoti a me avrai il 70% di possibilità che io possa impiantarne una nel tuo ginocchio.

Approccio mininvasivo

Oggi agli indubbi vantaggi della protesi monocompartimentale, se ne aggiunge un altro dovuto all’approccio mininvasivo che riesco ad adottare in gran parte dei miei interventi.

Cosa avviene con la tecnica classica

Adottando un approccio standard la protesi monocompartimentale del ginocchio viene impiantata attraverso una tecnica che prevede l’incisione del muscolo quadricipite, la momentanea dislocazione della rotula e la violazione del canale midollare. Nel caso della tecnica mininvasiva, per fortuna, non è più così.

Diverso accesso al ginocchio

Mentre la tecnica classica prevede l’incisione longitudinale centrata sulla rotula di circa 20 cm e la sezione del tendine del quadricipite, con la tecnica mininvasiva l’incisione viene praticata in sede pararotulea mediale. 

Ciò vuol dire che provoca meno danni all’apparato estensore, poiché la rotula non è dislocata e la sacca sinoviale sovrarotulea rimane intatta. Inoltre, non si incide il quadricipite ma si usa la tecnica “sub mini vastus”, cioè si evita di incidere il tendine e le fibre muscolari del quadricipite. Oppure si opta per la tecnica “mini-mid vastus”, cioè si divaricano delicatamente le fibre del vasto mediale.

È importante sapere che gran parte della forza del ginocchio viene dai muscoli del quadricipite. Quando questo gruppo muscolare e tendineo viene tagliato fuori, ad esempio con la tecnica tradizionale, la riparazione e il recupero possono richiedere una degenza ospedaliera più lunga e una riabilitazione più lenta e difficoltosa.

Durante l’intervento mininvasivo, infine, non ci sarà l’apertura e la violazione del canale midollare, né del femore né della tibia, come avviene con la tecnica tradizionale.

Nessun laccio emostatico

Durante l’intervento non viene usato il laccio emostatico per rendere esangue l’arto. Questo significa che l’arto non andrà in ischemia per mancanza di sangue e non avrà il classico effetto infiammatorio con liberazione massiva di radicali liberi post-riperfusione che si verifica nei giorni successivi all’intervento. Inoltre si avranno scarse perdite ematiche, che porteranno a un recupero più rapido e a un rischio bassissimo di ricorrere a trasfusioni.

Tempi dell’intervento e di recupero brevi

Non devi temere un lungo e doloro intervento: la durata dell’intervento è relativamente breve, compresa tra i 35 e i 40 minuti. Il follow-up dei pazienti operati ha dimostrato una riabilitazione più veloce, oltre che una degenza ospedaliera ridotta. Con un appropriato controllo del dolore, l’intervento chirurgico può tranquillamente essere fatto in regime ambulatoriale, con notevoli risparmi sui costi. Naturalmente la tecnica mininvasiva può essere utilizzata anche per la protesi monocompartimentale laterale e per la protesi femoro-rotulea.

Preparazione all’intervento di protesi monocompartimentale

Se, in seguito a una mia accurata visita, decidessimo di optare per un intervento di protesi monocompartimentale del ginocchio, effettuerò un pre-ricovero in cui ti sottoporrai a tutti gli esami di preparazione, a una visita anestesiologica e a una valutazione di tutti i possibili problemi in previsione dell’intervento.

Il giorno dell’operazione di protesi monocompartimentale

Il ricovero avverrà il giorno prima o la mattina stessa dell’intervento. Dopo l’accettazione e le pratiche del ricovero, sarai portato in camera e sarai preparato per l’intervento. Se necessario, il ginocchio sarà rasato e potrai indossare un camice, dopo aver rimosso tutti i gioielli. In questa fase, poi, incontrerai anche l’anestesista. 

Quando arriverà il momento dell’intervento sarai accompagnato in barella in sala operatoria. La maggior parte dei pazienti non sono sedati fino al loro arrivo in sala operatoria.

Decorso post-operatorio

Dopo la sostituzione monocompartimentale del ginocchio, di solito sarai tenuto in osservazione nella cosiddetta “recovery room” per almeno due ore, mentre l’effetto dell’anestesia svanisce. Il ginocchio verrà bendato e su di esso potrà essere posizionato del ghiaccio.

Già nei primi momenti successivi all’intervento dovrai cercare di muovere i piedi e le caviglie per favorire la circolazione. La temperatura, la pressione sanguigna e il battito cardiaco saranno monitorati da un infermiere che, con l’assistenza del medico, deciderà quando sarai pronto a lasciare la recovery room. Sappi che la maggior parte dei pazienti rimane in ospedale al massimo per 3 notti. Probabilmente, in futuro, questa procedura sarà prevista come day hospital.

Rimozione punti

Con l’innovativo sistema Dermabond da me adottato non ci saranno punti di sutura da rimuovere. La ferita chirurgica sarà semplicemente coperta da una retina di protezione sigillata con una colla biologica. Questo permette una più efficace guarigione cutanea con una ferita esteticamente migliore e meno visibile. La retina di protezione andrà poi rimossa dopo 20 giorni.

La protesi monocompartimentale garantisce ottimi risultati anche a distanza di anni. Il tasso di sopravvivenza a lungo termine per questo tipo di protesi, è migliore di quello dell’osteotomia e comparabile a quello di una protesi totale del ginocchio. Grazie alle nuove protesi e al perfezionamento della tecnica, la protesi monocompartimentale del ginocchio è diventata un valido trattamento per l’artrosi del ginocchio.

Cosa avviene dopo l’operazione di protesi monocompartimentale

Se sarai risultato idoneo a seguire il percorso “fast track”, inizierai la riabilitazione il giorno stesso dell’intervento chirurgico, già dopo alcune ore. 

Il recupero della funzionalità del ginocchio è di solito rapido, e sentirai molto meno dolore rispetto alla sostituzione totale del ginocchio. In questa prima fase sarai incoraggiato dal fisioterapista a compiere i primi movimenti.

Eventuali complicazioni

Complicanze precoci

Come per tutti gli impianti protesici, è possibile che si sviluppi un’infezione superficiale e/o profonda, anche se il rischio che ciò avvenga è inferiore nei casi di protesi monocompartimentali rispetto agli altri tipi di impianti (come le protesi totali del ginocchio).

Con la protesi monocompartimentale laterale è teoricamente possibile la paralisi del nervo peroneo comune, anche se questo può avvenire con maggiore probabilità nelle protesi totali del ginocchio di pazienti con grave valgo-flesso.

La frattura del piatto tibiale o del condilo femorale, può essere causata dallo stress applicato sul piatto tibiale e sul condilo femorale durante la cementazione. Queste evenienze, tuttavia, seppur possibili sono rarissime.

Poi c’è il rischio dell’instabilità legamentosa: uno degli aspetti più importanti della protesi monocompartimentale è il bilanciamento dei legamenti a carico del ginocchio. Il ginocchio alla fine dell’intervento dovrà risultare stabile in varo-valgo, e in antero-posteriore. Un difetto del bilanciamento può causare notevoli difficoltà durante la deambulazione.

Complicanze tardive della protesi monocompartimentale

Possono causare complicanze tardive:

  • L’ipercorrezione o l’ipocorrezione dell’asse meccanico;
  • Il malposizionamento delle componenti protesiche.

In caso di ipercorrezione, un carico eccessivo sul comparto opposto a quello operato porterà a una degenerazione precoce di quest’ultimo e allo sviluppo dell’artrosi.

L’ipocorrezione porrà un carico eccessivo sulla protesi, con il consumo precoce della protesi stessa e l’aumento delle possibilità di mobilizzazione e fallimento dell’impianto.

Un errato posizionamento dei componenti, inoltre, può causare la sublussazione della tibia sul femore, l’impigement della rotula sul componente femorale e, nei casi più gravi, l’instabilità della rotula con episodi di lussazione.

Si può verificare, infine, la mobilizzazione (scollamento della protesi dall’osso) di una delle componenti protesiche.

Revisione della protesi monocompartimentale

Uno degli indiscutibili vantaggi della protesi monocompartimentale è la possibilità, qualora fosse necessario, di convertirla in protesi totale, eseguendo la tecnica mini invasiva. 

Alcune volte, se la revisione si rende necessaria a causa della mobilizzazione di una delle due parti della protesi, è possibile ancora mantenere l’impianto della protesi monocompartimentale senza convertirla in protesi totale.

Grazie a questa pagina ora sei in grado di comprendere i vantaggi dell’approccio mininvasivo per l’impianto della protesi monocompartimentale al ginocchio. Se vuoi saperne di più o vuoi fissare una visita con me, chiama il numero 345 11 50 832 oppure scrivi un’e-mail a drmichelemassaro@gmail.com

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